Coltura del mais

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Il mais è uno dei cereali più coltivati al mondo. Ma quali sono i metodi migliori per ottenere una resa eccellente e mantenere il suolo sempre fertile coltivando mais? Continua a leggere!

Origini

Prima di conoscere tutti i segreti su come coltivare il mais, vediamo la storia di questa pianta. Il mais è chiamato anche granturco. Fu una delle colture conosciute da Cristoforo Colombo quando scoprì l’America. Era una pianta che cresceva nelle terre di Cuba che piacque subito molto e arrivò in Europa nel 1600. Il clima europeo era particolarmente adatto alla crescita del mais e per tale motivo si diffuse presto anche in Italia.

Esigenze ambientali del mais: la temperatura ideale

Come abbiamo detto, il mais è una pianta originaria delle zone tropicali. Per tale motivo, è definita macroterma, ha bisogno quindi di temperature piuttosto elevate per sopravvivere. In linea di massima, però, il mais è stato una delle piante più soggette a modifiche genetiche nel corso degli anni. Grazie a queste, oggi, si possono trovare varietà anche abbastanza resistenti a temperature più rigide, ma senza esagerare. Il mais, infatti, non resiste a freddi troppo prolungati e quindi è meglio evitare di coltivarlo oltre i 500-600 m di altitudine, se si vuole ottenere una resa decente. Con temperature inferiori a 10 °C, il seme di mais non riesce a germinare. Si consiglia quindi di seminare quando la temperatura del terreno ha raggiunto stabilmente una temperatura di 12 °C anche durante la notte. Temperature intorno ai 4-5 °C uccidono le piante o le lasciano irrimediabilmente stressate. La temperatura ottimale per l’accrescimento è di 22-24 °C, mentre per la fioritura di 26 °C. Per quanto riguarda invece le temperature massime, possono essere dannose per la fioritura e l’allegagione quelle superiori a 32-33 °C, accompagnate da bassa umidità relativa e ovviamente da stress idrici.

Esigenze ambientali del mais: esigenze idriche e tipo di terreno

Per conoscere bene come coltivare il mais, bisogna anche conoscere le sue esigenze idriche e di terreno. Le regioni più adatte alla coltivazione del mais, sono quelle in cui le estati sono calde e piovose. In Italia, queste corrispondono alle stesse regioni dove c’è più produzione di questo cereale: Lombardia, Veneto e Piemonte. Nelle altre regioni, dove il clima è prettamente mediterraneo e quindi con piogge estive scarse e irregolari, le produzioni senza l’ausilio dell’irrigazione hanno rese basse e non significative. Il mais si adatta a molti tipi di suolo. Con le giuste condizioni climatiche, tutti i terreni possono essere ottimi ad una buona coltivazione. La cosa importante da tenere in conto è che non si verifichino mancanze di elementi minerali. Soffre un po’ sui terreni troppo compatti.

Come coltivare il mais

Bisogna innanzitutto effettuare una lavorazione profonda, circa 40-45 cm, meglio se fatta con il sistema a due strati: scarificatura profonda e aratura leggera. Dopo di questa, bisogna eseguire una buona erpicatura e possibilmente una estirpatura per eliminare le erbacce. Il seme, grazie alle sue grandi dimensioni, non ha bisogno di zolle molto fine ma di essere posto ad una profondità di circa 5-10 cm.

Per quanto riguarda la concimazione, la migliore sarebbe quella fatta con letame di cavallo. Vanno bene comunque tutte le concimazioni organiche, in quanto la mineralizzazione della sostanza organica viaggia di pari passo con le esigenze nutritive del mais (il contrario succede per il frumento). Per un’ottima concimazione si consiglia di seguire i dati seguenti:

  • Azoto: 250-300 Kg/ha;
  • Fosforo: (P2O5): 80-120 Kg/ha;
  • Potassio: (K2O): 50-100 Kg/ha.