La concimazione fogliare è una tecnica agronomica che consiste nel fornire nutrienti direttamente sulle foglie, sfruttando la loro capacità di assorbire rapidamente micro e macroelementi. A differenza della concimazione al suolo, che dipende da molte variabili come pH, struttura del terreno o disponibilità idrica, quella fogliare permette alla pianta di assimilare in poche ore i nutrienti disciolti nella soluzione. È particolarmente utile per correggere carenze acute, sostenere fasi critiche come fioritura e allegagione, o migliorare la qualità dei frutti nelle ultime fasi del ciclo colturale. Inoltre, consente un uso più efficiente dei fertilizzanti, riducendo sprechi e impatti ambientali.
Quando è il momento migliore per intervenire
Il timing è uno degli aspetti più importanti per ottenere un buon risultato dalla concimazione fogliare. L’applicazione dovrebbe essere effettuata preferibilmente nelle ore fresche della giornata, come la mattina presto o il tardo pomeriggio, quando gli stomi fogliari sono più aperti e la temperatura è più bassa. Questo riduce l’evaporazione e favorisce la penetrazione dei nutrienti. È consigliabile evitare le giornate ventose o molto soleggiate, così come i giorni immediatamente precedenti a piogge intense, che potrebbero dilavare il prodotto.
Le fasi fenologiche più indicate sono quelle di elevata richiesta energetica: ripresa vegetativa, pre-fioritura, allegagione e ingrossamento del frutto. In queste fasi la risposta delle piante è più evidente e vantaggiosa.
Scegliere i nutrienti giusti in base alla coltura e allo stadio di sviluppo
Non tutti i nutrienti hanno la stessa efficacia per via fogliare. I microelementi come ferro, zinco, manganese e boro vengono assorbiti molto bene attraverso le foglie, soprattutto nella forma chelata. Questi prodotti offrono correzioni rapide in colture esigenti come pomodoro, fragola, vite, lattuga e colture in serra.
Anche alcuni macroelementi, come potassio e magnesio, risultano molto efficaci per via fogliare. Il potassio favorisce la qualità dei frutti, mentre il magnesio migliora la fotosintesi.
L’azoto, invece, va applicato con maggiore attenzione, scegliendo forme a basso rischio di bruciatura. È fondamentale adattare la miscela alle necessità della coltura: un piano fogliare ben bilanciato può integrare perfettamente quello radicale e portare a miglioramenti significativi della resa finale.
Come preparare correttamente la miscela e quali dosi utilizzare
La preparazione della soluzione nutritiva richiede attenzione per garantire sicurezza, compatibilità e assorbimento ottimale. Prima di tutto è importante verificare il pH dell’acqua, che idealmente dovrebbe essere compreso tra 5 e 6,5. Un pH troppo elevato può ridurre l’efficacia di alcuni chelati e favorire la degradazione dei nutrienti.
Per quanto riguarda le dosi, è sempre consigliabile seguire le indicazioni del produttore, evitando concentrazioni troppo elevate che potrebbero provocare fitotossicità o bruciature fogliari. In genere si utilizzano volumi di soluzione che permettono una copertura uniforme ma non eccessiva, evitando il gocciolamento. Anche la compatibilità con altri prodotti è essenziale: alcune miscele, come calcio e solfati o oli minerali con prodotti a base di rame, non dovrebbero essere combinate.
Concimazione fogliare: errori da evitare e consigli per ottenere risultati duraturi
Uno degli errori più frequenti è l’applicazione della concimazione fogliare in condizioni climatiche sfavorevoli: temperature elevate, umidità bassa o irraggiamento solare diretto possono ridurre drasticamente l’assorbimento e aumentare il rischio di danni.
Un altro errore è intervenire solo quando compaiono sintomi evidenti di carenza, anziché pianificare applicazioni preventive nelle fasi più delicate. È importante anche alternare prodotti diversi in base alle esigenze della coltura, evitando eccessi di un singolo elemento. Infine, un monitoraggio regolare tramite analisi fogliari o osservazione visiva permette di ottimizzare i trattamenti e migliorare l’efficacia nel tempo.
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